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La proposte terapeutiche della fisioterapia

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Il mal di schiena è uno dei problemi più diffusi, colpisce una volta nella vita almeno l’80 per cento della popolazione.

Altrettanto comuni i dolori e i disturbi muscoloscheletrici di altra natura. Sul come risolverli le proposte sono tante: dalla terapia manuale alla tecarterapia, dall’osteopatia all’idrochinesiterapia: scegliere può essere impossibile, senza una “bussola” giusta. Proprio per dare indicazioni e fare chiarezza, nelle scorse settimane la Società Italiana di Fisioterapia assieme alla sezione Lombardia dell’Associazione Italiana Fisioterapisti ha organizzato al San Raffaele di Milano un incontro di esperti. I professionisti ed esperti hanno messo ordine nella ricca proposta di alternative terapeutiche possibili, per valorizzare soltanto quelle con una solida base scientifica di efficacia. Perché come spiega Roberto Gatti, presidente SIF, «non è certo il paziente a poter “decidere” che cosa abbia validità o meno. Per questo il fisioterapista deve avere una formazione tale da valorizzare le tecniche di riabilitazione muscoloscheletrica che abbiano un razionale fisiopatologico corretto e soprattutto prove sperimentali di efficacia. Il professionista ha a sua disposizione tante possibilità, spesso con razionali diversi o perfino in conflitto: con questo congresso vogliamo far passare il messaggio che si debba trovare un minimo comune denominatore fra ciò che è stato dimostrato funzionare, senza irrigidirsi per difendere una “scuola” o una posizione ma utilizzando anche più di un approccio alla volta. Non vogliamo dire che cosa sia meglio, ma dare a tutti un metodo perché sia possibile capire quel che c’è da fare nelle singole situazioni».

Affidarsi a professionisti seri

Le proposte terapeutiche sono davvero tante, anche in considerazione della frequenza dei problemi muscoloscheletrici: in un anno, circa il 40 per cento della popolazione si trova a fare i conti con un mal di schiena e spesso si tratta di persone giovani, fra i 30 e i 45 anni, nella fascia d’età più produttiva. Bloccarsi per un dolore è perciò un costo economico non indifferente, da qui l’importanza di una fisioterapia corretta che è utile quando il problema diventa cronico ma anche, in alcuni casi, in fase acuta. «L’importante è proporre ciò che serve davvero – riprende Gatti –. In Italia ad esempio tuttora si tendono a considerare su due piani diversi e separati la terapia manuale e l’esercizio terapeutico: nel nostro incontro questi due temi sono affrontati nella stessa giornata, assieme, per far capire a tutti che si tratta di strumenti che il fisioterapista deve avere a disposizione e deve poter offrire in maniera integrata, anche allo stesso paziente. L’approccio più efficace alla riabilitazione muscoloscheletrica è multidisciplinare e il fisioterapista deve e può tenerne le fila. L’importante, per il cittadino, è affidarsi a professionisti con una formazione adeguata: purtroppo in Italia non esiste un albo professionale apposito e c’è una “giungla” di soggetti che applica trattamenti senza avere le conoscenze approfondite per farlo. Rivolgendosi a fisioterapisti con un curriculum formativo adeguato, però, si è certi di avere di fronte qualcuno che saprà valutare la nostra condizione e proporci un approccio di provata efficacia, separando fra le diverse proposte ciò che più può essere utile per il singolo caso».