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Speciale COVID19

Prepararsi al futuro: la Cina è pronta a ripartire, l’Italia dovrà prima ristrutturare il suo modello industriale puntando sul digitale

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Tommaso Lazzari è un imprenditore piemontese che dopo 20 anni di studio e lavoro a Torino, ha fondato, nel 2014, Seta Capital (https://www.seta-capital.com/), boutique specializzata in servizi di consulenza cross border tra l’Italia e la Cina in relazione ad operazioni di finanza straordinaria e internazionalizzazione, e che si è trovato, come tanti, a dover rallentare e rivedere il suo lavoro anche in un’ottica futura.

Ciò che sta facendo oggi il team di Seta Capital, nonostante stia lavorando in smart working da Milano, Shanghai e Amsterdam, è analizzare quanto fatto fino ad ora e la situazione attuale per trovarsi preparato quando si avrà il via libera per tornare al lavoro a ritmi sostenuti.

Trovarsi preparati vuol dire avere un business sostenibile ovvero estremamente digitalizzato, che può essere portato avanti in ogni momento, da ogni luogo, rallentando quando la situazione lo impone, rimanendo comunque attivi grazie a software all’avanguardia e ad un team al passo con i tempi del digitale.

“Se in Cina si pensa a ripartire il prima possibile con la produzione e si è già pronti per farlo, in Italia si sta lavorando invece per ammortizzare i danni di tutte quelle realtà che hanno dovuto fermarsi senza poter continuare, anche in minima parte, a lavorare. Bisogna prima capire che è il modello di business su cui molte società hanno lavorato fino ad ora a non essere più al passo con i tempi ed è necessario per il loro futuro cambiare direzione verso la digitalizzazione. La Cina è pronta a ripartire perché il suo tessuto imprenditoriale è già fortemente digitalizzato, la classe imprenditoriale è fatta per lo più da nativi digitali e quello italiano dovrà riuscire ad evolversi maggiormente e in tempi rapidi o gli investimenti e gli ammortizzatori che sono stati erogati non saranno sostenibili.” spiega Tommaso Lazzari, founder di Seta Capital.

Ciò che cercano gli investitori: aziende sane, al passo con i tempi e con uno sguardo al futuro

Seta Capital sta affinando la sua strategia, focalizzandosi su quelle realtà imprenditoriali che già da tempo hanno sviluppato una maggiore gestione digitale dei loro processi operativi divenendo, di questi tempi, quelle con una maggiore sostenibilità rispetto a chi sta iniziando in queste settimane a modificare la sua struttura operativa.

Questo perché, come è evidente, sono le aziende che hanno integrato la digitalizzazione piena quelle che stanno resistendo alla sfida lanciata dal Covid-19 e sono quelle che saranno allettanti per gli investitori, quelle su cui punteranno.

Convertire il proprio business model secondo le dinamiche dell’innovazione e della digitalizzazione è una strategia che porterà frutti nel medio-lungo periodo perché gli investitori sono alla ricerca di aziende sane, al passo con i tempi e con uno sguardo al futuro.

La crisi del Covid-19 ha fatto sí che molte aziende si trovino ora in difficoltà finanziaria e di business, che le rende vulnerabili a future acquisizioni senza neppure poter contare su un paracadute dorato per gli azionisti attuali. Bisogna, volenti o nolenti prepararsi a questa situazione.

Italia vs Cina: il mondo degli e-commerce e i numeri dei rider

“La filiera della logistica, in Italia, è al collasso visto l’aumento della domanda e le limitazioni per i lavoratori, mentre durante il picco dei contagi in Cina, la gente poteva permettersi di non uscire di casa perché per tutti erano disponibili servizi a domicilio e così è sempre stato, anche prima dell’inizio della pandemia.” afferma Tommaso Lazzari.

I rider che si occupano di consegne in Italia si stimano essere circa 210mila mentre in Cina si stima che vi siano oltre 3 milioni di veicoli dedicati a questo servizio giornalmente, mentre per quanto riguarda gli addetti alle consegne la sola Meituan, piattaforma di ecommerce per servizi leader in Cina,  conta più di 700.000 riders.

Questi dati dimostrano quanto ancora ci sia da fare in Italia per adeguarsi al mondo digitalizzato: il futuro dell’imprenditoria non può essere ancorato a dinamiche che queste settimane ci hanno dimostrato avere dei limiti e lo Stato oltre ad ammortizzare le perdite delle PMI e aiutarle nel rilanciarsi, deve anch’esso provvedere a investire sui tessuti imprenditoriali più innovativi e nelle infrastrutture cruciali.