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Ossessioni, fobie e compulsioni: come reagire?

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Come si deve reagire quando ci si rende conto di essere vittime di ossessioni, fobie e compulsioni? Il primo passo da compiere consiste nel “conoscere” il nemico con cui si ha a che fare: per quel che riguarda il disturbo ossessivo compulsivo, per esempio, si tratta di un disturbo d’ansia che si contraddistingue per una lunga sequela di pensieri intrusivi che provocano preoccupazione, paura, apprensione o disagio. Non di rado, si manifestano dei comportamenti ripetitivi, che hanno lo scopo di limitare proprio l’ansia: tra i sintomi più frequenti di questa malattia si segnala l’abitudine a lavarsi le mani in modo eccessivo. Non solo: anche il ripetuto controllo di specifiche azioni, la pulizia esagerata, i pensieri sessuali più violenti e la tendenza a preoccuparsi più del dovuto contribuiscono a comporre il quadro della sintomatologia di un disturbo che, ancora, può anche indurre a compiere e ripetere dei rituali ben precisi.

Dando uno sguardo al sito psicologo-monzabrianza.it, si ha la possibilità di conoscere il curriculum della dottoressa Loredana Tromboni, psicoterapeuta esperta nel trattamento delle ossessioni, delle fobie e delle compulsioni: chi fosse in cerca di un aiuto per risolvere i propri problemi in proposito, quindi, può rivolgersi a questa professionista del settore avendo la certezza di poter beneficiare di un percorso di guarigione costruito su misura.

Come si comportano i soggetti colpiti da disturbi ossessivi

Le azioni di chi è vittima di un disturbo ossessivo compulsivo sono facili da riconoscere: sono, infatti, tipiche di soggetti che sembrano potenzialmente psicotici e paranoici. Va detto, per altro, che coloro che sono colpiti dal problema nella maggior parte dei casi sono consapevoli che i propri comportamenti non sono razionali, e che compulsioni e ossessioni non hanno ragion d’esistere: proprio tale consapevolezza, tuttavia, provoca per paradosso una sensazione di angoscia ancora maggiore, perché si traduce in un disagio sociale.

Dal punto di vista numerico, il disturbo ossessivo compulsivo interessa circa il 2% della popolazione: non riguarda solo gli adulti, ma anche i bambini e gli adolescenti. Anzi, in generale un terzo degli adulti con tale disturbo lo porta con sé sin dall’età infantile. Le ossessioni sofferenti, insomma, sono una costante lungo tutto l’arco esistenziale, mentre le compulsioni ripetute finiscono per interferire in maniera evidente e pericolosa con la possibilità di interagire sia a livello sociale che a livello professionale.

Per convenzione, si tende a individuare quattro tipologie differenti di disturbo ossessivo compulsivo, e cioè le ossessioni di contaminazione, le ossessioni di simmetria, le ossessioni aggressive e le ossessioni sessuali. Si tratta di impulsi o pensieri ricorrenti, che persistendo in modo sorprendente sono fonte di ansia. Le immagini che si presentano alla mente si rivelano praticamente irresistibili, sia che si tratti della mania dell’ordine, sia che si tratti di una eccessiva preoccupazione per i germi. Insomma, comportamenti normali sconfinano nella mancanza di razionalità, con effetti quasi devastanti.