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Luci e ombre per Amazon in questo periodo – Aprile

La notizia è diventata virale sul finire del mese di marzo: il progetto Amazon Go è ufficialmente in stato di stand by, probabilmente per risultati poco efficienti durante i test avviati dall’azienda. Ma per Jeff Bezos e soci è comunque un periodo positivo, come testimoniano le classifiche di guadagni e reputazione del brand.

Anche Jeff Bezos alle volte inciampa, almeno temporaneamente. Si può descrivere in questo modo la notizia, ufficializzata pochi giorni fa, del rinvio a data da destinarsi dell’inaugurazione al pubblico di Amazon Go, il progetto di creazione di un supermercato senza casse che l’azienda aveva sperimentato a Seattle, la sede originaria del brand.

Dal Web alla realtà. Noto come etailer più grande al mondo, e anche come vetrina online più conveniente per gli utenti, il marchio ha goduto anche della diffusione del couponing su portali come Piucodicisconto, che consentono di spendere meno con gli sconti Amazon utilizzabili periodicamente nelle varie sezioni del sito di Bezos. Una procedura che l’azienda sperava di trasportare nel mondo fisico, con una fase di test aperta ai soli dipendenti della compagnia avviata nello scorso dicembre che, come accennato, non avrebbe dato i frutti sperati rispetto alle (altissime) attese su questo rivoluzionario supermercato.

Problema tecnico. In particolare, secondo l’approfondimento del Wall Street Journal l’intelligenza artificiale che rappresenta il cuore informatico del negozio avrebbe ancora difficoltà a tenere sotto controllo più di 20 persone contemporaneamente, garantendo il corretto monitoraggio degli spostamenti e tracciandone gli acquisti.

Difficoltà nel monitoraggio. Secondo i piani iniziali, Amazon Go doveva aprire al pubblico entro fine marzo, affiancando le attività “regolari” del sito online, ma per il momento è stato comunicato solo che il negozio di Seattle resterà aperto per ulteriori test. Il sistema informatico infatti dovrebbe tracciare tutto ciò che i clienti prendono, addebitando la spesa come fossero acquisti fatti online e senza passaggio alle casse, ma tra i problemi tecnici riscontrati c’è anche la difficoltà per il cervello artificiale di catalogare correttamente un prodotto eventualmente spostato dal suo scaffale e riposizionato altrove, caso piuttosto frequente al momento dello shopping “tradizionale”.

Ostacoli prevedibili? Il fallimento dei beta test hanno dimostrato anche le ragioni delle voci critiche che si erano levate già alla presentazione del progetto, e in particolare la lungimiranza degli specialisti di Recode, che operano nel campo della divulgazione di temi tecnologici, che avevano individuato nell’elemento umano il fattore “imprescindibile” in caso di malfunzionamento delle macchine.

I guadagni di Bezos. Nonostante questo “incidente di percorso”, i dati di Amazon sono comunque tutti in forte salita, come rivelano le ultime statistiche diffuse a livello internazionale. L’aspetto che maggiormente risalta agli occhi è l’ascesa di Jeff Bezos tra i miliardari globali: in un solo anno, il fondatore dell’azienda di ecommerce ha guadagnato due posizioni nell’indice di Bloomberg e attualmente è il secondo uomo più ricco al mondo, alle spalle del solo Bill Gates.

Brand in ascesa. Più in generale, poi, proprio Amazon è al terzo posto assoluto della classifica del Brand Finance Global 500, che di recente ha stabilito il valore dei principali marchi internazionali, valutando e prendendo in analisi fattori come il fatturato, il marketing, la solidità, il ritorno d’immagine, gli investimenti in ricerca e sviluppo e i margini. E dunque, alla fine del 2016 la società di Bezos ha incrementato il suo valore a 106,37 miliardi di dollari, un dato migliore del 53% rispetto all’anno precedente. I primi due gradini del podio sono invece occupati da Google (109,47 miliardi di dollari, incremento del 24%) e Apple (107,1 miliardi, con una flessione del 27%).