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La stampa flessografica: scopriamo cos’è e perché ha successo

Quando parliamo di packaging dei prodotti a volte c’è molta confusione, è necessario intanto chiarire che il packaging fa riferimento al settore industriale ma anche a quello di marketing e riguarda prevalentemente il confezionamento e la presentazione di un prodotto, nello specifico parliamo di produrre involucri e contenitore per confezionamento sia di alimenti che non, volti alla vendita. Ma dietro c’è anche uno studio specializzato di immagine, in quanto già dalla confezione di un prodotto e nella sua presentazione è possibile attirare attenzione e dare un’idea anche del marchio che lo produce. Per questo il packaging è un settore molto ambito, soprattutto negli ultimi anni, che riguarda anche il design e studi di comunicazione.

Eppure, alla base c’è sicuramente il materiale con cui si confeziona un prodotto e la tipologia di stampa dell’involucro. Molto in voga, quando parliamo di stampe ad esempio, è la stampa flessografica. Molti siti come https://www.celvil.it/packaging/cos-e-stampa-flessografica-vantaggi-settore-imballaggi/ ne spiegano anche gli usi e le offerte, ma è importante capire di cosa stiamo parlando.

Che cos’è la stampa flessografica?

Già dall’etimologia del nome possiamo risalire alla sua natura: deriva dalla flessione del clichè rilievografico adoperato per lo specifico sistema di stampa. Il cliché, in particolare, è una matrice nella maggior parte dei casi di zinco che ha la funzione di trasferire sul foglio da personalizzare l’immagine scelta. È un metodo di stampa rilievografica diretta a rotativa che era già usato in passato, pare che risalga addirittura al 1890 con le prime stampa fatte dalla Baron. Presenta un sistema d’inchiostrazione rapido e semplice, che ricorda molto le stampe in tipografie e quelle per la stampa dei giornali.

Il processo di stampa

Il materiale da imballaggio ruota attraverso i rulli dove l’inchiostro passa dall’uno all’altro fino al materiale da stampare. L’inchiostro è di consistenza liquida e si stacca dalle cavità delle cellette dell’alinox e scivola sulla superficie del cliché che ha una tensione superficiale superiore a quella della ceramica di cui è composto l’alinox.

Il film viene bagnato dall’inchiostro e grazie alla pressione del contatto il rullo e tutto il supporto da stampare si adattano ai cliché. È un sistema molto versatile, ed è proprio questo che lo ha reso uno dei più diffusi per la stampa.

L’utilizzo della flessografica

In particolare la stampa flessografica viene utilizzata per la produzione di film plastici per l’imballaggio di generi alimentari ed è uno dei metodi migliori in quanto permette di stampare in maniera veloce anche per basse tirature, e offre creazioni adatte per ogni tipologia di prodotto. È anche un metodo che non inquina, in quanto i materiali utilizzati come gli inchiostri sono, in realtà, a base di acqua e solvente.

Quali sono gli usi pratici del sistema di stampa? L’imballaggio alimentare è previsto sia su materiale cartaceo: carta, cartoncino o cartone ondulato; ma è sfruttata anche per l’alluminio o su materiali plastici, e addirittura sul legno.

I Materiali

Una delle proprietà che rende vantaggioso il metodo della stampa flessografica è l’utilizzo di inchiostri liquidi ma che sono molto volatili, e che quindi si essiccano in maniera molto rapida a causa dell’evaporazione dei solventi.