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Siemens cavalca l’onda verde

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Terza e ultima parte dello speciale di B&G dedicato alla Green Economy: in un’intervista Federico Golla, amministratore delegato del Gruppo Siemens in Italia, ci parle delle nuove sfide della multinazionale nel campo delle rinnovabili

Un quarto del fatturato globale dell’azienda frutto della protezione dell’ambiente e per il 2011 le previsioni parlano di investimenti per 25 miliardi di euro, pari a un terzo del fatturato. La sola divisione Rinnovabili è cresciuta di 15 volte in poco più di un anno.
Sono i numeri del Gruppo Siemens, una delle più importanti multinazionali operanti a livello mondiale, presentati da Federico Golla, amministratore delegato del Gruppo Siemens in Italia.
Alla luce degli obiettivi fissati dalla Comunità Europea (20-20-20), la Green Economy sta diventando un tema centrale e una forte leva per il rilancio dell’economia. Siemens come sta aff rontando questa sfida? Nel campo dell’energia l’obiettivo Italiano per il 2020 è di raggiungere il 17% di produzione di energia da fonti rinnovabili sul totale consumato. Questo implica l’installazione di impianti rinnovabili per 2.000 MW ogni anno, dei quali 800 MW da fonte eolica. Siemens sta investendo moltissime risorse sull’Italia, per essere pronta ad affrontare questa sfi da. Già nel 2008 un quarto del fatturato globale dell’azienda è derivato dalla protezione dell’ambiente e nel 2011 prevediamo di raggiungere una quota pari a un terzo del fatturato totale, pari a 25 miliardi. Dal gennaio 2008 a oggi la divisione Rinnovabili del settore Energy è cresciuta di 15 volte e attualmente ricerca talenti da impiegare per rispondere alle domande di questo mercato in rapida crescita.
Quanto gli investimenti nel settore Energy e Green vi hanno permesso di crescere?
La crescita nel settore Energy è stata notevole. Nel mondo Siemens una parte importante dei volumi di vendita deriva dal nostro portfolio ambientale e ci aspettiamo un incremento ancora maggiore nei prossimi anni. La rotta strategica di Siemens per i prossimi anni risulta chiaramente delineata se a questo si aggiungono il nostro impegno in ambito smart Grids ed e-cars e la nostra solida presenza nel progetto Desertec, che si propone di fornire energia sostenibile prodotta da centrali solari termodinamiche nel Sahara all’Europa, al Medio Oriente e al Nord Africa.
Quali e quante opportunità lavorative e di investimento si sono create grazie alla crescita del settore green?
Negli ultimi quattro anni la divisione Siemens Wind Power è cresciuta di 10 volte nel mondo, in termini sia di revenues sia di collaboratori, con una media di assunzione di addirittura 3 persone al giorno. Ad oggi siamo leader mondiali indiscussi nel settore eolico Offshore e siamo in grado di fornire impianti chiavi in mano nel campo CSP (Concentrated Solar Power), grazie anche a partecipazioni e acquisizioni nel mondo. Proprio in questi giorni il settore Energy ha siglato con l’azienda norvegese Statkraft un importante accordo quadro, il più significativo firmato da Siemens in Europa nel campo del fotovoltaico, per la costruzione di centrali solari in Italia, con un’erogazione di picco pari a 40 megawatt (MW). In ambito fotovoltaico attualmente gestiamo progetti chiavi in mano in tutto il mondo. In Italia la divisione Rinnovabili negli ultimi due anni ha creato circa 20 nuovi posti di lavoro, e prevediamo di crescere ancora.
Che tipo di tecnologie per le energie rinnovabili state sviluppando?
Oggi siamo in grado di creare un impianto a concentrazione solare chiavi in mano, con la possibilità di utilizzare diverse tecnologie innovative, fra le quali i sali fusi. E’ recente la posa della prima pietra per la costruzione dello stabilimento a Massa Martana, in Umbria, di Archimede Solar Energy (ASE), joint venture nata nell’aprile 2009 tra Siemens e il gruppo Angelantoni e attualmente unico produttore al mondo di tubi ricevitori solari a sali fusi, basati sull’intuizione del premio Nobel Carlo Rubbia, per le centrali del solare termodinamico. Nel campo eolico abbiamo recentemente presentato la nuova turbina SWT-2.3-101, un prodotto innovativo e affi dabile che sta riscuotendo ampi consensi sul mercato, in particolare nell’area del mediterraneo. Inoltre, stiamo lavorando, insieme alla norvegese Statoil, sull’opportunità di installare turbine Off -shore su piattaforme fl ottanti, per sfruttare al meglio anche le zone di mare mediamente profonde. Abbiamo già lanciato sul mercato un nuovo prodotto che consente di ottimizzare l’effi cienza delle nostre turbine anche in siti molto complessi e quest’anno ci saranno molte altre novità.
L’Italia soffre ancora un forte ritardo per quanto riguarda le energie rinnovabili (ecc.). Come dovrebbe muoversi il mondo delle imprese per contrastare questo rallentamento?
L’ostacolo più grande ad oggi è la burocrazia, oltre alla mancanza di linee guida condivise da tutte le regioni in modo univoco. Nel settore eolico il tasso di “mortalità” dei progetti dovuto alla lentezza nell’ottenere le autorizzazioni è elevatissimo. Spesso dalla presentazione della domanda all’ottenimento di un’autorizzazione passano diversi anni, con il rischio che le tecnologie proposte risultino obsolete. Ci auguriamo che il mondo dell’industria lavori a stretto contatto con il Governo e con le Regioni, per stimolare e suggerire alternative in grado di rendere le energie rinnovabili una risorsa realmente utile a una società moderna.
Quali sono le effettive e concrete possibilità di investimento che attualmente esistono in Italia sul fronte delle energie rinnovabili, secondo lei?
I numeri sono chiari, e sono quelli concordati con l’Unione Europea: se fossero confermati, le possibilità di investimento sarebbero notevoli, con un mercato da oltre 2 miliardi di euro l’anno. Siemens è già presente sul territorio per supportare lo sviluppo di queste nuove tecnologie e per sviluppare il suo programma di sostenibilità con il massimo impegno.