close
Varie

Renato Cerioli: “Percorrere la strada dell’eccellenza”

monza

Quarta e ultima parte dello speciale di B&G su Confindustria. In un’intervista esclusiva parla Renato Cerioli, presidente di Confindustria Monza e Brianza

Speciale “Confindustria” – Parte quarta

Cambi al vertice per le quattro associazioni industriali territoriali di Bergamo, Brescia, Milano e Monza e Brianza. A meno di 100 giorni dall’insediamento dei nuovi presidenti di Confi ndustria Bergamo, Assolombarda, Associazione Industriali Brescia e Confi ndustria Monza e Brianza, i nuovi presidenti Carlo Mazzoleni, Giancarlo Dallera, Alberto Meomartini e Renato Cerioli, tracciano un primo bilancio alla luce della crisi fi nanziaria ed economica e presentano le previsioni per l’autunno.
Da vice presidente dei giovani di Confindustria a presidente degli industriali di Monza e Brianza: un presidente giovane… un salto importante. Quali le responsabilità che sente di avere per questi due anni?
Naturalmente, la responsabilità di guidare la più antica Associazione Industriale d’Italia e le sue 800 imprese, di interpretarne correttamente le istanze e fornire sevizi adeguati. In secondo luogo, quella di mantenere inalterati l’autorevolezza e il ruolo di organismo più rappresentativo del tessuto economico e industriale del territorio, che ci hanno sempre contraddistinto.

Un presidente giovane per Confindustria Monza e Brianza. Quale segnale si vuole mandare? Ottimismo….fiducia….
Ottimismo e fiducia sono condizioni indispensabili del fare impresa. Ma, se parliamo di segnali, io direi piuttosto serietà e impegno. Confindustria Monza e Brianza, si sa, è la prima Associazione fra imprenditori fondata in Italia e rappresenta un territorio che da oltre un secolo ha un ruolo di primo piano nell’economia nazionale ed europea. Il nostro compito primario è evidentemente quello di fornire al tessuto delle imprese servizi adeguati per affrontare la competizione internazionale e – in questo momento di crisi – resistere e rafforzarsi in attesa del cambiamento di ciclo.

Come imposterà questo suo mandato?
Con un grande gioco di squadra. E spero di riuscirci. Vede, una Associazione è un punto d’incontro fra molte, preziose professionalità, che si esprimono negli organismi interni: i gruppi merceologici, la Giunta esecutiva, oltre naturalmente alle vicepresidenze e al Consiglio direttivo. È mia intenzione – e l’ho posto fra i punti fondamentali del mio programma – coinvolgerli direttamente: assegnare deleghe, chiedere approfondimenti sui temi specifici, portare in Associazione gli straordinari contributi che possono venire dal management e dai tecnici delle imprese iscritte. Tutto ciò, con l’obiettivo generale di dare servizi di qualità e d’avanguardia e farci portatori delle istanze profonde del tessuto economico nei confronti delle istituzioni e degli interlocutori sociali, a partire dalle organizzazioni sindacali.

Quali sono le priorità per le imprese di Monza e Brianza?
Internazionalizzazione, alleggerimento della burocrazia, velocità e certezza della giustizia, accesso al credito, riqualificazione della forza lavoro. Sono, del resto, le priorità tipiche delle aree industriali avanzate nel mondo occidentale, con l’unica differenza che – per noi – risultano acuite dai problemi strutturali irrisolti e da una cultura di fondo ancora troppo diffidente nei confronti dell’impresa privata e della valorizzazione del merito.

Gap infrastrutturale, un problema che interessa la Lombardia da anni….quale sono le prime emergenze che affronterà?
Purtroppo non le “affronterò”, nel senso che non avrò nessuna possibilità di intervento concreto. Ma, al di là della battuta, in Brianza stanno finalmente per prendere avvio due opere viabilistiche di straordinaria importanza: il tunnel di viale Lombardia in direzione Milano e – speriamo vivamente – la Pedemontana. Vigileremo sull’effettivo avvio dei lavori e faremo da stimolo – ma speriamo che non sia necessario – per il rispetto dei tempi di realizzazione. Ci faremo inoltre portatori – anche nei confronti della nuova Provincia, che consideriamo un interlocutore fondamentale – dell’urgenza di una razionalizzazione complessiva del trasporto aereo in Lombardia, che garantisca alle imprese della Brianza la necessaria accessibilità ai collegamenti nazionali e internazionali.

Il Pil nazionale è crollato del 5% secondo le stime di Mario Draghi. Cosa devono fare le imprese per mantenere la fiducia e l’ottimismo?
La fiducia e l’ottimismo sono stati d’animo; più che le imprese, penso che siano il Governo, l’Unione Europea, le banche a potere – anzi dovere – fare qualcosa per alimentarli, con provvedimenti che facciano da stimolo al mercato e pongano le condizioni perchè ci siano comunque consumi e lavoro. Le imprese devono resistere, attrezzarsi e continuare ad investire sui prodotti e sui processi produttivi per essere pronte al momento della ripresa: è difficile, certo, ma non credo ci siano altre strade.

La Provincia di Monza ha un tessuto di 83mila imprese senza eguali in Italia. Un numero che fa della Brianza uno dei poli industriali più forti d’Europa. Quali sono le particolarità che caratterizzano il terreno imprenditoriale brianzolo?
Le peculiarità sono presto dette: innovazione, alta tecnologia, estrema cura del design come affermazione e riconoscimento del Made in Italy nel mondo, qualità del prodotto e cura del cliente. Ogni azienda – a seconda del settore in cui opera e delle proprie specifiche dimensioni – realizza un mix originale di queste quattro componenti di fondo, che meglio di qualsiasi altre definiscono il modello brianzolo. Il nostro sistema industriale resta, in effetti, un sistema basato soprattutto sulle piccole e medie imprese e sul coinvolgimento diretto della famiglia proprietaria nella gestione aziendale.

Come mantenere alta questa eccellenza?
Le nostre imprese operano in settori caratterizzati da una crescente pressione competitiva, in particolare da parte dei paesi di nuova industrializzazione. Nei loro confronti, dovranno affrontare la sfida della competitività. Potranno farlo sfruttando il vantaggio della diversità e della differenziazione e cioè intervenendo per mantenere e migliorare gli standard qualitativi, la flessibilità e la rapidità di risposta alle esigenze dei clienti, l’orientamento all’innovazione e alla ricerca e sviluppo. La nostra eccellenza deriva da tutto ciò e in questa direzione dovremo continuare a rivolgere gli sforzi. Aggiungo che fino ad ora ci siamo riusciti. Basta guardare i dati dell’export: la presenza all’estero delle imprese brianzole riguarda ovviamente soprattutto i Paesi dell’UE, che richiedono prodotti complessi e di qualità, nei quali, appunto, siamo eccellenti. I mercati tradizionali di riferimento restano: Francia (73.6%), Germania (57.9%), Spagna (52.1%), Regno Unito (32.9%) e, in crescita in questo ultimo periodo, la Grecia ( con il 14.3% delle esportazioni totali). Si conferma la presenza sul mercato statunitense (35%) e cresce di anno in anno su quello russo (26.4%). La Cina (16.4%) risulta essere il quarto paese di riferimento per l’export brianzolo; solo nel 2006 la Cina non rientrava nei nostri primi cinque mercati, ora entra di prepotenza scavalcando anche il Giappone (15%).

Cosa bisogna fare per qualificare e rafforzare le nostre industrie?
Per affrontare i nuovi mercati emergenti, le nostre imprese hanno realizzato un processo di crescita e di consolidamento interno, accrescendo la propria capitalizzazione, definendo meglio responsabilità e funzioni in un’ottica decisamente più manageriale rispetto al passato, attuando strategie mirate di marketing, di promozione dei marchi aziendali e di servizio al cliente personalizzato. La rete e le tecniche italiane di assistenza post-vendita restano tra le più affidabili e invidiate al mondo. Per chi realizza lavorazioni destinate al consumatore finale, la valorizzazione del design è stata sicuramente un’arma vincente perché ha contributo a rendere immediatamente riconoscibile il prodotto e farlo classificare come un esempio di eccellenza del Made in Italy. Sono state altrettanto importanti tutte le iniziative per la promozione e la diffusione dei marchi aziendali, soprattutto nei nuovi mercati dell’Est Europa ma anche nella stessa Cina, sempre molto attratti – ad esempio per quanto riguarda il settore del legno/mobile e dei relativi accessori – dalla classe e dall’eleganza italiana. Ciò le ha rese più robuste e più attrezzate per affrontare non solo le fasi di crescita ma anche quelle di rallentamento e di stasi.

Gli ingegneri indiani o cinesi sembrano essere migliori dei nostri. Come bisogna agire sul fronte delle università italiane?
Credo che occorra valorizzare sempre più il merito di docenti e studenti e aprire effettivamente le nostre università al mercato e alla concorrenza, superando vecchie logiche di potere e privilegio. La riforma del ministro Gelmini è un primo, positivo passo in questa direzione. Credo inoltre che sia necessario raccordare maggiormente gli insegnamenti ai fabbisogni delle imprese e favorire la collaborazione fra aziende e università per la ricerca scientifica e le sue applicazioni industriali.

Cosa le ha lasciato l’esperienza tra i numerosi giovani di Confindustria?
È stata un’esperienza straordinaria. All’interno del Gruppo Giovani ci sono imprenditori di prima generazione, figli di imprenditori con incarichi operativi e studenti che si devono ancora affacciare al mondo del lavoro. Un gruppo eterogeneo che rappresenta una palestra dove poter condividere esperienze, confrontarsi sui problemi del fare impresa, formarsi attraverso corsi specialistici oppure grazie agli interventi di personalità di primo piano e dove infine è possibile strutturare delle proposte normative da sviluppare poi a livello regionale o nazionale.

Expo 2015. Un obiettivo diventato ormai una sfida e un’occasione da cogliere per uscire in piedi da questa crisi. Come si muoverà Monza e Brianza?
Le nostre imprese nutrono delle legittime aspettative riguardo all’Expo: porremo con convinzione la richiesta che il nostro territorio rientri a pieno titolo nel programma delle iniziative e – se sarà necessario – siamo pronti a condurre azioni coordinate con la Provincia di Monza e Brianza, la Regione Lombardia ed eventuali altri attori istituzionali.

Se dovesse sintetizzare la sua presidenza in una parola come la definirebbe?
È appena iniziata, forse la sintesi è prematura. Comunque, direi: impegnativa

Torna alla terza parte >>
Torna alla seconda parte >>
Torna alla prima parte >>