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Editoriali

Editoriale di Mauro Milesi – B&G numero 05 – Marzo – Aprile 2009

La crisi, un’occasione per costruire il futuro

Quando pensiamo alla crisi che stiamo vivendo, ci troviamo spesso a domandarci quando finirà. Questo difficile periodo per il mondo economico costringe gli imprenditori a fare un esercizio di proiezione verso il futuro. La verità è che il domani delle nostre imprese, delle nostre famiglie, resta per molti sconosciuto, in barba alle previsioni degli esperti, dei premi Nobel, dei politici (se sono così bravi perché non hanno previsto la crisi?) che provano a mettere un’etichetta con la data di scadenza su questo argomento.

La verità è che il futuro non va immaginato, né ipotizzato: il nostro futuro va costruito. Ci dobbiamo far carico di questa responsabilità proprio adesso che il gioco si fa davvero duro. E la verità è che per costruire il nostro futuro, occorre uno sforzo ancora più grande se vogliamo che sia non soltanto diverso, ma migliore del nostro presente. La crisi, come la malattia e le disavventure della vita, può essere un’occasione, un’opportunità da cogliere. Innanzitutto per capire gli errori ed evitare di ripeterli. Si è già ampiamente dibattuto su questo aspetto, in particolare sull’esigenza della nascita di una nuova società dei valori. Lo afferma anche il professor Ruozi nell’intervista che dà la copertina a questa edizione di B&G. Tuttavia, vorrei aggiungere soltanto una considerazione: forse non abbiamo bisogno di nuovi valori e nemmeno di un ritorno ai cosiddetti valori del passato.

Forse abbiamo molto più banalmente e brutalmente bisogno di ridisegnare la scala dei valori che già conosciamo. Quale valore c’è oggi in cima alla nostra personale graduatoria dei valori? E in quella della società in cui viviamo? E in quella delle imprese? Ognuno nei vari livelli ci metta la risposta che ritiene più opportuna. Adesso, se vogliamo provare a costruire il nostro futuro, proviamo a fare l’esercizio di pensare se quel valore va sostituito e con quale altro. Poi passiamo dal primo al secondo posto e via così fino a completare la nostra nuova gerarchia dei valori. Adesso resta la parte più difficile: se ci crediamo davvero, dobbiamo provare a cominciare a vivere la nostra vita, la nostra occupazione, la nostra impresa, il nostro rapporto con il mondo con questa nuova scala di valori.

Un po’ come cambiare le tappe dell’itinerario del nostro GPS: forse adesso non sappiamo ancora quale sarà la destinazione finale di questo nuovo viaggio. Però ci siamo messi in cammino, abbiamo provato a cambiare strada, a costruire il nostro futuro. Credo che per molti quella nuova sarà all’inizio una strada dura e in forte salita. Meglio così, abbiamo imparato sulla nostra pelle in questo periodo quanto sia più pericoloso scegliere sempre la strada in discesa.